Accon Italia – Pavia – Andrea Cerniglia
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Il PARE: Programma Aziendale di Riduzione dell’Esposizione dei lavoratori
al rumore D.Lgs. 81/08 Titolo VIII.
Come stabilire un piano operativo di azione?
Quando, a seguito della valutazione
del rischio di esposizione dei lavoratori al rumore ai sensi del D.Lgs. 81/08 e ss, capo I, II, sono determinati valori di esposizione
LEX,8h superiori a 85 dBA o valori LpeakC maggiori di 137 dBC,
il Datore di lavoro (DDL) elabora un programma aziendale di riduzione
dell'esposizione (PARE) del rumore.
Il riferimento tecnico
attualmente vigente è la Norma UNI 11347:2015.
I piani
operativi ipotizzabili per la riduzione dell’esposizione al rumore dei
lavoratori sono di due tipi:
-
il primo tipo di piano è di tipo procedurale,
mirato alla ridefinizione di compiti e mansioni al fine di minimizzare
l’esposizione dei diversi addetti;
-
il secondo tipo di piano si concentra direttamente sulle macchine e
sull’ambiente che le contiene, al fine di fotografare lo stato di fatto
acustico e valutare i possibili interventi su macchine ed ambiente per ridurre
alla fonte il livello di rumore all’interno dell’ambiente stesso (bonifica acustica).
Il piano procedurale è
solitamente di più facile realizzazione; bisogna analizzare al massimo
dettaglio le mansioni, come richiesto dalle norme UNI 9432 e 9612, per ogni
turno e nominalmente, e valutare le possibilità di riduzione dell’esposizione
grazie alla riorganizzazione dei tempi e dei metodi di lavoro.
Il piano di bonifica acustica, operando sulle sorgenti e
sull’ambiente, è concettualmente preferibile (perché va ad agire alla base del problema, come dice
la legge) anche se è certamente più oneroso in termini monetari e di tempi di
attuazione; il vantaggio è quello di essere una soluzione duratura e affidabile del problema.
Diverse misurazioni
acustiche necessarie al piano operativo procedurale sono riutilizzabili anche
per il piano operativo ambientale e viceversa.
Per quanto riguarda il piano operativo di bonifica acustica,
esistono tecniche sofisticate ma efficacissime soprattutto perché consentono,
come dice la norma UNI 11347, la valutazione tecnico-economica della soluzione
del “problema rumore”, sulla base dell’obbiettivo acustico definito
dall’Azienda.
Il programma di attuazione sarà definito nel tempo,
distribuendo opportunamente l’impegno economico, con diverse garanzie riguardo
alla efficacia dei risultati.
1.
Mappatura acustica.
Il primo passo dell’indagine,
mirato a chiarire quali siano le zone maggiormente critiche dell’impianto
considerato, è la mappatura acustica.
Tale attività consente di
ottenere una distribuzione spaziale del rumore all’interno dell’ambiente di
lavoro.
La Figura 1.1 è un esempio
di mappatura acustica all’interno di un ambiente industriale (Andrea Cerniglia, Accon Italia, Pavia).
Figura 1.1:
mappatura acustica all’interno di una ambiente industriale
La mappatura acustica
viene eseguita per mezzo di una serie di misure effettuate all’interno
dell’ambiente, con una distribuzione spaziale che sia significativa rispetto
all’ambiente ed alle macchine in esso presenti.
Al fine di ottenere una
completa descrizione del rumore, è necessario che ogni singola misura abbia una
durata tale da consentire la stabilizzazione del livello equivalente,
comprendendo al suo interno tutti gli eventuali ‘cicli macchina’ o ‘cicli
lavorazione’ che si possono verificare nell’ambiente stesso.
Sono necessarie misure in frequenza, e non
semplicemente di livelli equivalenti LeqA, LeqC e di picco.
2. Individuazione
delle sorgenti sonore o parte di esse.
Una volta identificate le
zone di maggior rumorosità dell’ambiente per mezzo della mappatura acustica, in
alcune situazioni può rivelarsi utile studiare le modalità con cui il rumore
viene emesso e come si propaga nell’ambiente, considerando anche gli eventuali
effetti di riflessione, diffrazione, ecc.
La tecnica impiegata per
questo tipo di indagine è la tecnica denominata beamforming,
e consente di ottenere una ‘fotografia acustica’ dell’area inquadrata da una
speciale telecamera acustica.
Grazie a questa tecnica è
quindi possibile comprendere in che modo il rumore viene irradiato dalla
sorgente, e come questo si propaga nell’ambiente, evidenziando ad esempio
fenomeni di riflessione sulle superfici presenti oppure su altre macchine.
La Figura 2.1 mostra una
misura in ambiente industriale effettuata
dopo che la schermatura di un macchinario non aveva prodotto i risultati
promessi, e che ha permesso di individuare, come sorgente residua, la
riflessione sul soffitto del capannone.
Nella mappa, al colore
rosso corrispondono i livelli più elevati (Andrea Cerniglia,
Accon Italia, Pavia).
Figura 2.1:
riflessione del rumore sul soffitto di un capannone
NOTA - Per spiegare
meglio:
La stessa tecnica può
essere impiegata con successo anche nelle analisi in ambiente esterno, per
l’individuazione dei punti di emissione del rumore da un impianto, o per
l’individuazione dei punti di fuoriuscita del rumore da un ambiente confinato.
La Figura 2.2 mostra una
misura in ambiente industriale esterno, che evidenzia in colore rosso i punti
maggiormente responsabili dell’emissione sonora (Andrea Cerniglia,
Accon Italia, Pavia).
Questo tipo di
rappresentazione può essere realizzata sia in termini di valore complessivo,
sia differenziata per le diverse frequenza acustiche che contribuiscono
all’emissione sonora.
Figura 2.2
Esempio di individuazione emissione in ambiente esterno
3. Simulazione
acustica all’interno di un ambiente.
Al fine di progettare in
modo efficace gli eventuali interventi sulle macchine o sull’ambiente che le
contiene, è necessario effettuare una simulazione acustica per mezzo di un
apposito software.
Tale programma, partendo
dalla geometria dell’ambiente e dalle caratteristiche acustiche dei materiali
in esso presenti, nonché dalle caratteristiche acustiche dei macchinari, è in
grado di creare un modello a calcolatore relativo alla distribuzione del rumore
all’interno dell’ambiente stesso.
Una volta creato tale modello è quindi possibile inserivi
alcuni possibili interventi di bonifica quali schermi e/o materiali assorbenti,
e visualizzare gli effetti di questi sul campo acustico nell’ambiente.
Obiettivo della
modellazione acustica è quindi l’individuazione, in stretta collaborazione con
i responsabili aziendali, degli interventi di massima più adatti a ridurre il
rumore, tenendo in considerazione i diversi aspetti ad essi legati quali costi,
benefici, e semplicità di implementazione (proprio come richiesto dalla Norma
UNI 11347:2015).
L’eventuale progettazione
di dettaglio degli interventi è esclusa dalla fornitura.
Le Figure 3.1, 3.2 e 3.3
mostrano rispettivamente il modello semplificato di un ambiente industriale, il
campo sonoro calcolato con il modello acustico previsionale, e la simulazione
dell’applicazione di un materiale acusticamente assorbente sul soffitto del
capannone considerato (Andrea Cerniglia, Accon Italia, Pavia).
Figura 3.1:
schematizzazione di un capannone industriale
Figura 3.2:
Modello acustico dello stato di fatto
Figura 3.3:
Simulazione della bonifica acustica
La parte più onerosa per
la realizzazione del modello è relativa alla determinazione della potenza sonora delle macchine presenti
all’interno del capannone industriale.
Tale determinazione viene
effettuata eseguendo una serie di misure nelle immediate vicinanze delle
sorgenti principali precedentemente individuate per mezzo della mappatura
acustica ed eventualmente della tecnica beamforming.
4.
Simulazione del rumore all’esterno
Per spiegare meglio le
potenzialità delle tecniche valutative sopra esposte, possiamo vedere come le
stesse tecniche siano applicabili (anche più facilmente) in ambiente esterno.
La simulazione della propagazione del rumore può essere
eseguita anche all’esterno dell’ambiente di lavoro, per valutare il campo
acustico dovuto alle sorgenti presenti, ed eventualmente prevedere gli
opportuni accorgimenti per la riduzione del rumore stesso.
Le Figure 4.1, 4.2 e 4.3
mostrano rispettivamente la schematizzazione di un impianto industriale, la
simulazione del campo acustico nell’ambiente esterno in 3D, ed una sezione
passante per uno dei camini dell’impianto (Andrea Cerniglia,
Accon Italia, Pavia).
Figura 4.1 Schematizzazione di un
impianto industriale
Figura 4.2 Simulazione 3D del campo
acustico
Figura 4.3 Sezione E-O passante per
il camino Nord